Afide dello zucchino e del cetriolo, come eliminare l’afide delle cucurbitacee con rimedi naturali

Le piante appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee (cetriolo, zucchino, melone e anguria) sono attaccate dall’afide Aphis gossypii. In questa scheda tecnica vedremo come eliminarlo con i rimedi naturali e la lotta biologica

Identificazione e danno 

L’afide delle cucurbitacee attacca specialmente cetriolo, zucchino, melone e anguria, anche se può attaccare agrumi, pomodoro, peperone e patata. Il suo nome scientifico è Aphis gossypii e il danno è da attribuire all’azione trofica dell’insetto (di nutrizione) che causa in generale un deperimento della pianta con ingiallimenti delle foglie, disseccamento dei germogli e malformazione dei frutti. Le foglie giovani colpite tendono ad arricciarsi e al suo interno si rifugia la colonia dell’afide. I danni diretti sono seguiti da un danno indiretto dovuto alla produzione di melata che provoca asfissia e genera la comparsa di fumaggini (funghi saprofiti). Inoltre rappresenta un vettore per diversi virus come il Mosaico del Cetriolo e del Cocomero. Le forme giovanili sono di colore giallognolo, mentre gli adulti variano dal verde al grigio. Presentano dimensioni da adulto di circa 2 mm (vedi figura 1)

Afidi su foglia

Figura 1 – Colonia di afide delle cucurbitacee su foglia

Ciclo biologico dell’afide dello zucchino e del cetriolo

Aphis gossypii sverna come uovo negli ospiti primari (Catalpa, Ibisco), o come femmina adulta nei climi più favorevoli. Il ciclo vitale può prendere diverse direzioni, può essere di tipo paraciclico, in cui si ha la comparsa saltuaria della generazione anfigonia (che si riproduce sessualmente), o di tipo anolociclo, in cui si hanno solo generazioni partenogenetiche (che si riproducono per partenogenesi, cioè senza fecondazione). Ad ogni modo a prescindere dalle forme di riproduzione l’afide delle cucurbitacee una volta sfarfallato dagli ospiti primari termina il suo ciclo portandosi su cetriolo, zucchini, melone o anguria (vedi figura 2). Su queste specie vegetali si riproduce velocemente creando grossi danni specialmente se gli attacchi sono precoci (marzo-aprile)

Dani causati dall'afide delle cucurbitacee su melanzana

Figura 2 – Danni causati dall’afide delle cucurbitacee su melanzana

Rimedi naturali e lotta biologica all’afide delle cucurbitacee

In considerazione delle numerose generazioni e velocità di riproduzione degli afidi, si rende necessaria l’adozione dei trattamenti in modo preventivo o tempestivo. L’intervento va eseguito con soglie di danno piuttosto basse vista la pericolosità dell’insetto. Uno dei rimedi naturali più efficaci è l’uso dei prodotti a base di azadiractina (vedi qui scheda tecnica del prodotto). L’uso di questo prodotto deve essere tempestivo e va applicato più volte possibilmente anche per via radicale. L’uso dell’olio bianco minerale (vedi qui scheda tecnica) e del sapone molle di potassio (vedi qui scheda tecnica) hanno una discreta efficacia nel su questo afide, tuttavia questi prodotti vanno distribuiti con elevati volumi di soluzione e con l’atomizzatore. Ciò è dovuto al fatto che per la biologia dell’insetto questo si rifugia all’interno delle foglie che accartoccia con la sua azione di nutrizione, quindi gli agrofarmaci di contatto hanno difficoltà a colpire l’insetto. L’uso di elevati volumi di soluzione e l’atomizzatore permette una maggiore penetrazione della soluzione all’interno delle foglie accartocciate. Non abusare dell’olio bianco e del sapone molle di potassio in quanto hanno un’azione negativa contro gli insetti utili. Su questo insetto è da sconsigliare l’uso dell’insetticida piretro (vedi qui scheda tecnica) in quanto ha un’azione fortemente negativa contro gli insetti utili. Al massimo il piretro si può usare su piante isolate nell’orto o in giardino ma in agricoltura professionale su grandi estensioni è fortemente sconsigliato. Altro valido rimedio naturale è l’adozione di programmi di lotta di tipo biologico basati sull’introduzione di parassiti o entomofagi.

Larva di Sirfide intenta a predare Aphis gossypii

Figura 3 – Larva di Sirfide intenta a predare Aphis gossypii

Utilizzo degli insetti utili per il controllo dell’afide

Il controllo biologico in serra viene normalmente eseguito con l’introduzione di Lysiphlebus testaceipes, Aphidius colemani (vedi qui) e Chrysoperla carnea. In pieno campo il controllo di Aphis gossypii si effettua con le consociazioni e con le introduzioni ripetute di Lysiphlebus testaceipes che è da preferire ad Aphidius colemani quando le temperature cominciano a superare stabilmente i 28°C per più di 4-5 ore al giorno.
L’adozione di alcuni accorgimenti agronomici può aiutare al contenimento del fitofago salvaguardando le popolazioni dei nemici naturali, in tal senso può essere d’aiuto tutto ciò che ha lo scopo di conservare la complessità e la tutela dell’agroecosistema, ad esempio l’inerbimento e la presenza di siepi offrono rifugio agli antagonisti. I nemici naturali degli afidi sono molti: Coleotteri Coccinellidi, Neurotteri Crisopidi, Ditteri Sirfidi e Ditteri Cecidomidi, Imenotteri parassitoidi, Acari predatori del genere Allothrombium (vedi figura 3)

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