Mosca dell’olivo, identificazione, ciclo biologico e lotta biologica

La Bactrocera oleae detta anche mosca dell’olivo è un pericoloso insetto che colpisce l’olivo e genera danni qualitativi nell’olio. Di seguito vedremo l’identificazione, il ciclo biologico, la lotta biologica, il monitoraggio con le trappole e rimedi naturali.

Identificazione e danno 

La mosca dell’olivo, detta anche mosca delle olive o mosca olearia, nome scientifico Bactrocera oleae è un insetto particolarmente dannoso per l’olivo. E’ un insetto molto difficile da controllare in agricoltura biologica, tanto che, anche in agricoltura convenzionale dove è possibile utilizzare alcuni insetticidi sintetici, la mosca dell’olivo desta ugualmente preoccupazione. Ad ogni modo per il controllo della mosca in agricoltura biologica, che in quella integrata, bisogna attenersi ai consigli dei tecnici agronomi ed essere tempestivi e precisi in campo con i monitoraggi.

Il danno della mosca dell’olivo è causato dalle larve di questo insetto che sviluppandosi sulla drupa, ossia l’oliva, scavano delle gallerie di alimentazione nel frutto. (Attenzione a non confondere la mosca dell’olivo con la mosca della frutta (vedi qui) in quanto sono due specie differenti che attaccano specie vegetali differenti).

Gli adulti sono delle mosche (appartengono all’ordine dei ditteri) che hanno dimensioni di 4-5 mm. Presentano una caratteristica porzione giallo-avorio, denominata scutello, posta tra il torace e l’addome (vedi figura 1). Inoltre le ali presentano un tipica macchia scura posta in posizione apicale. Le larve sono apode, cioè prive di zampe e misurano circa 6-7 mm di lunghezza di colore bianco tendente al giallo. Le femmine di Bactrocera oleae presentano un evidente ovopositore posto nella parte terminale dell’addome, detto in questa specie ovopositore di sostituzione, attraverso il quale inseriscono le uova al disotto della cuticola della drupa di oliva. L’uovo di mosca delle olive è allungato, di colore bianco chiaro e lungo circa 0,7 mm. (Continua a leggere dopo la foto)

adulto di mosca dell'olivo
Figura 1 – Femmina di Bactrocea oleae, si noti la presenza dello scutello giallo-avorio in posizione centrale e dell’ovopositore nella parte terminale dell’addome. Foto a cura del Dr. Roberto Valori.

Le larve di questa specie nutrendosi della polpa delle olive causano una degenerazione interna del frutto attaccato (vedi figura 2). Si ha un danno quantitativo in quanto la mosca dell’olivo si nutre di una grossa parte della polpa della drupa, sottraendo così significative porzioni di frutto alla produzione di olio con consequente diminuzione di resa in olio. Inoltre i frutti pesantemente attaccati dalla mosca dell’olivo sono soggetti a cascola precoce con perdita totale delle olive cadute a terra precocemente. Sotto l’aspetto qualitativo si deve considerare che l’azione di nutrizione delle larve della mosca dell’olivo aumenta l’acidità dell’olio contenuto nelle olive attaccate e ne determina una minore conservabilità in quanto aumenta il numero dei perossidi nell’olio. Inoltre le olive attaccate dalla mosca olearia presentano un maggior grado di vulnerabilità a marciumi e muffe, in quanto quest’ultime hanno maggior possibilità di entrare nel frutto tramite i fori di sfarfallamento delle larve di Bactrocera oleae. Inoltre sembra che la mosca dell’olivo sia implicata nel trasmettere la rogna dell’olivo (vedi qui) causata dal batterio Pseudomonas savastanoi. (Continua a leggere dopo la foto)

larve di mosca dell'olivo nelle drupe
Figura 2 – Larve di mosca dell’olivo all’interno di drupe di olivo. Foto a cura del Dr. Lorenzo Righi

Ciclo biologico della mosca dell’olivo

La Bactrocera oleae svolge dalle 3 alle 5 generazioni l’anno negli oliveti posti in posizioni climatiche miti e non oltre 3 generazioni l’anno nelle zone più interne e montane della penisola italiana. La larva della mosca dell’olivo generalmente sverna nel suolo come pupa è più raramente sulle olive non raccolte rimaste sugli alberi. Nelle regioni a clima più mite può svernare come adulto. Dopo l’accoppiamento ogni femmina di mosca olearia depone un singolo uovo per frutto e ne può deporre fino a 300 nel corso della sua vita. Il ciclo di vita di questo insetto comprende lo stadio di uovo, tre stati larvali (chiamati rispettivamente larva 1°, 2° e 3° età), pupa e adulto. Ad ogni modo la femmina della mosca dell’olivo non inizia a deporre prima che sia avvenuto lo stadio di indurimento del nocciolo nelle drupe, periodo che avviene grosso modo tra giugno e luglio. Una volta deposto l’uovo, dopo un periodo compreso tra 2 e 6 giorni fuoriesce la larva che inizia la sua azione di nutrizione a carico dei frutti. In circa 10 giorni si completano gli stati larvali di questo insetto, mentre la durata dello stadio di pupa dura circa 9-11 giorni. Ad ogni modo la durata di questi cicli è fortemente influenzata dalla temperatura. Sfarfallato l’adulto dalla pupa, questi daranno vita alle successive generazioni, iniziando così un nuovo ciclo biologico. Gli adulti di mosca dell’olivo si nutrono essenzialmente di melata, cioè di sostanze e liquidi zuccherini e sono attratti da fonti proteiche di facile assimilazione. (Continua a leggere dopo la foto)

olive attaccate dalla mosca dell'olivo
Danni esterni su drupa causati dalla mosca dell’olivo. Foto a cura del Dr. Lorenzo Righi

Metodo di campionamento della mosca dell’olivo, l’uso delle trappole.

Per individuare la presenza dell’insetto in campo si utilizzano le trappole cromotropiche gialle edesive. Queste sono rivestite di sostanze appiccicose che catturano e trattengono l’insetto. Queste trappole non sono selettive per gli altri insetti e quindi vengono utilizzate solo per il monitoraggio della presenza degli adulti di mosca olearia. Nella pratica le trappole cromotropiche vengono poste in numero di 3-4 ad ettaro per verificare se è in corso il volo degli adulti della mosca dell’olivo. Più selettive sono le trappole a feromoni. Queste contengono un feromone sintetico che riproduce l’attrattivo chimico che utilizzano le femmine di mosca dell’olivo per attrarre il maschio. Posto il feromone in speciali contenitori che lasciano entrare l’insetto ma non ne permettono più di uscire, vengono disposte in campo per due funzioni. La prima prima è quella del monitoraggio dell’insetto e la seconda per la cattura massale detta anche mass-trapping. Questo avviene aumentando a dismisura il numero di queste trappole nell’oliveto. Un altro metodo di campionamento della mosca dell’olivo è attraverso l’uso di sostanze alimentari attrattive. Queste vengono poste in speciali contenitori o bottiglie nelle quali vengono versate delle soluzioni liquide proteiche o sali d’ammonio che fungono da esca. In alternativa si può utilizzare dell’ammoniaca (del tipo in uso per le pulizie, non profumata) con aggiunta di scarti pesce crudo (sarde, acciughe, piccoli pesci) che forniranno l’esca proteica che verranno posti all’interno di una bottiglia. Le bottiglie di plastica così riempite vengono forate ai lati o chiuse con appositi tappi forati. L’insetto così attratto finirà per annegare nella soluzione liquida o sarà incapace di uscire dalla trappola. In commercio si vendono appositi tappi da applicare alle bottiglie trappola che hanno la funzione di evitare l’uscita delle mosche attratte all’interno dall’esca.

Il campionamento sulle olive in campo prevede la raccolta di 100 drupe scelte a caso nell’oliveto e la loro sezione a piccoli strati con un coltello per verificare la presenza delle larve o delle gallerie di alimentazione della mosca delle olive (vedi figura 4) (Continua a leggere dopo la foto)

pupa di mosca dell'olivo all'interno della drupa di oliva
Figura 4 – Pupa di mosca dell’olivo impupatasi all’interno di una drupa. Foto a cura del Dr. Lorenzo Righi

Lotta biologica e naturale alla mosca dell’olivo.

La lotta biologica contro la mosca dell’olivo prevede come obiettivo principale la riduzione del numero degli adulti e di conseguenza il numero di uova in campo. Il monitoraggio della presenza di adulti di Bactrocera oleae è il principale segnale da tenere in considerazione prima di adottare qualsiasi intervento. La soglia d’intervento è data dalla cattura di 4-5 femmine per trappola cromotropica per settimana, oppure da un campionamento di olive che presenti il 2-3 % di presenza di uova o larve di prima età. Una volta raggiunta questa soglia, le armi a disposizione in agricoltura biologica sono la cattura massale degli individui adulti di mosca dell’olivo o l’utilizzo di esche proteiche avvelenate, da irrorare sulla chioma delle piante. La prima, come abbiamo già accennato nel paragrafo dei metodi di campionamento consiste nel posizionare un gran numero di trappole di cattura ad ettaro (fino a 100) con l’obiettivo di catturare quanti più adulti possibili. Le trappole possono essere un misto tra cromotropiche, chemiotropiche attivate con il feromone e/o alimentari attivate con sostanze proteiche o zuccherine. In commercio esistono una gran varietà di questi strumenti, i più efficaci sono quelli che combinano assieme più soluzioni in un unica trappola, come le bottiglie trappola di colore giallo con additivo alimentare o le trappole cromotropiche adesive attivate con feromoni.

l’uso delle esche attrattive per il controllo della mosca dell’olivo

Una altro possibile metodo di contenimento degli adulti che ha dimostrato una buona efficacia è quello delle esche avvelenate localizzate. Queste consistono in delle soluzioni attrattive alimentari liquide da irrorare su una parte della chioma dell’albero. Questo tipo di prodotti ha al suo interno un insetticida biologico che molto spesso è lo spinosad. Gli adulti della mosca dell’olivo sono attratti dalla soluzione nutritiva avvelenata e dopo essersi nutriti di questa muoiono in breve tempo. Le caratteristiche di questi prodotti come i bassi volumi di irrorazione, l’applicazione localizzata e l’uso di insetticidi biologici al suo interno, ne fanno dei prodotti molto eco-compatibili.

L’uso del rame e del caolino nella lotta biologica

Da menzionare per il contenimento della Bactrocera oleae sono i prodotti a base di sali di rame (vedi qui per avere informazioni su questo prodotto) e il caolino. Da diversi studi scientifici è emerso che i trattamenti fitosanitari con il rame svolgono sulla drupa di olivo tre effetti. Il primo sembra che le olive trattate con rame siano meno suscettibili alla ovideposizione da parte della femmina, quindi sembra che ci sia un effetto repellente. Secondo, l’effetto indurente del rame induce un ispessimento della cuticola delle drupe rendendo le olive meno appetibili alla mosca dell’olivo. Terzo, l’azione batteriostatica del rame ha effetti negativi sulla popolazione batterica simbionte che le larve utilizzano per l’azione digestiva, azione questa che può anche indurre la morte di molte larve. In fine il caolino che è registrato come corroborante (vedi qui la scheda tecnica dei corroboranti) in agricoltura biologica è utilizzato per le irrorazioni sopra la chioma. Sembra che questo prodotto di colore bianco latte sia in grado di mascherare alla vista delle femmine le olive, distogliendo la Bactrocera oleae nell’ovideporre sule drupe ricoperte da questo prodotto. In alternativa al caolino si può utilizzare la zeolite che ha azione simile. Sia il caolino che la zeolite vanno distribuiti tra giugno e luglio e comunque sia prima del volo degli adulti della prima generazione di mosca dell’olivo. I trattamenti di caolino e/o zeolite vanno ripetuti ogni 15-20 giorni e ripetuti dopo ogni pioggia forte.

In fine tra i metodi agronomici occorre ricordare che le lavorazioni superficiali del terreno contribuiscono a creare un ambiente sfavorevole alle larve che si impupano nel terreno. Benché su alcuni siti erroneamente si consigli l’inerbimento totale, tale tecnica di gestione, specialmente nel biologico può essere controproducente per i motivi che spieghiamo di seguito. Con le lavorazioni sotto chioma si cerca di portare in profondità le pupe svernanti e le olive cadute a terra, che possono contenere dei pupari. Tale operazione è da effettuarsi subito dopo la raccolta fino ad inizio primavera utilizzando un aratro a dischi o una fresatura superficiale. Non c’è bisogno di lavorare tutto l’oliveto, basta lavorare il terreno sotto la proiezione della chioma. Volendo in caso di forti attacchi di mosca dell’olivo, si può effettuare una seconda lavorazione nel periodo a cavallo tra seconda e la terza generazione, per ridurre appunto il numero di individui adulti della terza generazione. Il periodo ottimale lo si può dedurre dai campionamenti in campo o dai rapporti fitosanitari delle regioni di competenza.

La mosca dell’olivo è controllata da alcuni predatori naturali, ma questi non sono in grado di contenerne il numero sotto la soglia di danno. Da diversi anni si cerca di allevare nelle biofabbriche i nemici naturali della mosca ma ancora non si è raggiunto un livello di efficacia tale da permettere l’utilizzo di questi insetti.

Rimane sempre consigliabile al fine di mantenere alta la biodiversità nell’oliveto la creazione spazi verdi utili allo sviluppo dei predatori naturali. Siepi, fasce tampone e zone inerbite creano l’ambiente ideale per la tutela dei predatori naturali della mosca dell’olivo.

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One Reply to “Mosca dell’olivo, identificazione, ciclo biologico e lotta biologica”

  1. Antonino S.

    Ottimo articolo, chiaro,esauriente; bellissima la foto della mosca ingrandita, che consente una identificazione certa dell’insetto attraverso l’uso di una lente di ingrandimento. Grazie Matteo.

    Rispondi

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