Come curare la Peronospora della rosa

La peronospora della rosa è una malattia causata dal fungo Peronospora sparsa. Questa malattia in presenza di condizioni climatiche favorevoli può causare gravi danni alla coltivazione della rosa, oltre che attaccare rovo e lampone. In questa scheda tecnica vedremo i sintomi, ciclo biologico e cura della peronospora della rosa

Che cos’è la peronospora della rosa

La peronospora della rosa è una patologia vegetale causata dal fungo Peronospora sparsa che attacca le rose coltivate e diverse specie vegetali del genere Rubus come rovo e lampone. Questa è tra le malattie della rosa più difficile da diagnosticare poiché si confonde con un’altra malattia della rosa chiamata ticchiolatura (vedi qui scheda tecnica malattia), questa, è causata da un’altro fungo che prende il nome di (Diplocarpon rosae). Per un fitopatologo esperto come chi scrive non è difficile identificarla, ma i meno esperti hanno delle enormi difficoltà. La confusione è tale che sul web digitando appunto peronospora della rosa appaio articoli che riportano immagini errate, con la patologia attribuibile alla ticchiolatura anziché peronospora. Onde evitare confusioni le immagini che proponiamo qui sono prese da una pubblicazione scientifica pubblicata nel 2018 sulla rivista scientifica Plant Disease ad opera di ricercatori universitari (a fine articolo il link della pubblicazione).
La difficoltà nell’identificazione della peronospora della rosa sta nel fatto che i sintomi si sviluppano in maniera diversa a seconda delle specie e delle varietà di rose coltivate. Questo genera una gamma ampia di sintomi. Nella maggior parte dei casi il danno si manifesta a livello delle foglie, ma più raramente si può manifestare su steli e boccioli. La peronospora della rosa si evidenzia con la formazione di macchie necrotiche sulle foglie con un colore che varia dal rosso porpora, brunastro o nero. Le macchie sono accompagnate a volte da un alone di decolorazione circostante alla macchia. A volte, soprattutto all’inizio della malattia, tutta la foglia colpita o solo una parte assume una colorazione più tenue. All’inizio della malattia quindi i sintomi possono essere scambiati con una carenza nutrizionale. L’elemento fondamentale per identificare bene la peronospora della rosa ed evitare di confonderla con la ticchiolatura della rosa è analizzare la forma delle macchie necrotiche. Nella Peronospora sparsa le macchie sono sempre squadrate e angolari e il più delle volte confinate tra le principali nervature delle foglie (vedi foto A e B sottostanti). Nella ticchiolatura invece le macchie sono circolari con i bordi frastagliati e tendono nel corso della malattia a sovrapporsi. Le macchie della ticchiolatura a differenza di quelle della peronospora non sono mai delimitate delle nervature fogliari (vedi immagine ticchiolatura sottostante) (Continua a leggere dopo la foto)

Danni su foglie di rosa causati dalla peronospora della rosa

Le foto mostrano i sintomi della peronospora della rosa sulle foglie. Si veda la forma squadrata e angolare delle macchie. Foto da Plant Disease 2018 qui il link (in inglese)

Immagine che mostra i sintomi di ticchiolatura della rosa. Tale malattia è facilmente confondibile con la peronospora della rosa. Si noti la forma circolare delle macchie con i bordi irregolari.

La peronospora della rosa si manifesta anche sugli steli con la formazione di macchie necrotiche irregolari. Sugli steli più giovani può causare il disseccamento rapido di questi. Su boccioli e petali si può manifestare con di disseccamenti (vedi immagini sottostanti) (Continua a leggere dopo la foto)

Sintomi di peronospora su foglie di rosa, steli e fiori

Le foto mostrano i sintomi della peronospora della rosa sugli altri organi della rosa. I sintomi sugli steli adulti (C) e giovani (D) con i rapidi disseccamenti. Nell’immagine (E) la sporulazione della peronospora sotto le pagina inferiore delle foglie. In (F) i danni sui boccioli. Foto da Plant Disease 2018 qui il link(in inglese)

In condizioni di temperatura e umidità superiore all’85% sulla pagina inferiore delle foglie si può intravedere un feltro miceliare grigiastro, sintomo di sporulazione e segno inequivocabile della presenza del micete. A dire il vero la sporulazione della peronospora della rosa a differenza delle altre peronospore in generale è molto rara. In casi di forti attacchi le foglie colpite dalla Peronospora sparsa cadono lasciando deformati altri organi come steli o boccioli e di conseguenza si avrà una stentata fioritura.

Ciclo biologico della peronospora della rosa

Nel ciclo biologico di questa malattia la Peronospora sparsa sverna come oospora (organo di conservazione) tra gli anfratti vegetali o tra i residui colturali. Essenziale per questo fungo è che vi sia una elevata umidità ambientale, il che fa sì che le infezioni più pericolose si evidenziano in coltura protetta (sotto serra). In condizioni ideali le oospore germinano liberando le zoospore nell’ambiente che inizieranno nuove infezioni. La germinazione delle zoospore inizia sopra i 18 °C. Queste generano più cicli infettivi essendo queste prodotte oltre che dalla oospora, anche dagli sporangiofori emessi nella pagina inferiore della foglia colpita (visibili appunto come muffa grigiastra).

Lotta e cura alla peronospora della rosa

La cura migliore alla peronospora della rosa è attuare la prevenzione agronomica. Attraverso le pratiche agronomiche è possibile contenere parzialmente la malattia e tali pratiche consistono:

  • Nel distruggere i residui infetti delle potature,
  • Nell’evitare forme di allevamento troppo chiuse,
  • Sostituire l’irrigazione per aspersione con quella localizzata e/o subirrigazione
  • Soprattutto sotto serra evitare pericolosi aumenti di umidità relativa effettuando dei ricambi d’aria.

La cura alla peronospora della rosa si avvale principalmente dell’utilizzo dei sali di Rame (vedi qui) alla comparsa dei primi sintomi e continuando con trattamenti successivi come riportato nell’etichetta del prodotto commerciale utilizzato.

Trovi l’articolo scientifico citato in lingua inglese qui: https://apsjournals.apsnet.org/doi/full/10.1094/PDIS-12-17-1968-FE

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