Concimare l’olivo biologico e convenzionale, esempi pratici

La concimazione dell’olivo è un passo importante per assicurare una crescita sana e una produzione di olive di qualità.
In questa scheda tecnica cercheremo di trattare un argomento molto difficile in quanto le variabili in gioco per determinare la corretta concimazione sono molte.

Premesse

In ambito professionale l’azienda agricola è seguita da agronomo con competenze in merito, inoltre la capacità di effettuare analisi fogliari (piuttosto costose) permette di capire i reali fabbisogni o mancanze di elementi nutritivi.
Cercherò quindi di approfondire prima alcuni aspetti tecnici particolarmente utili per i non professionisti.

  1. Analisi del terreno: Prima di iniziare qualsiasi programma di concimazione è consigliabile effettuare un’analisi del terreno per determinare i nutrienti presenti e le eventuali carenze. Questo aiuterà a scegliere il concime giusto e a dosarlo correttamente. Per i piccoli appezzamenti o per gli agricoltori amatoriali l’analisi del terreno è quasi sempre un elemento mancante.
  2. Tipo di concime: Gli ulivi generalmente richiedono concimi bilanciati, contenenti azoto (N), fosforo (P), potassio (K) e altri micronutrienti. Questi sono gli elementi essenziali da tenere in considerazione per una corretta scelta del concime.  Da qui l’importanza di avere un concime con un rapporto NKP corretto, ma prima di valutare questo aspetto bisogna introdurre altri concetti che vedremo più avanti.
  3. Dose e frequenza: La quantità di concime necessaria dipenderà dalle condizioni del terreno e dalle esigenze specifiche delle tue piante. In generale la dose e la frequenza dipendono dal tipo di concime che si ha a disposizione e dai mezzi di applicazione. In olivicoltura professionale si possono adottare due concimazioni l’anno.
  4. Metodo di applicazione: si può applicare il concime in granuli o sotto forma di polvere intorno alla zona delle radici dell’olivo. Negli oliveti che hanno l’impianto di irrigazione si può optare per la fertirrigazione. Quest’ultima è molto efficace, fa risparmiare tempo e genera meno sprechi.
  5. Fertilizzante organico: Considerare l’uso di fertilizzanti organici come compost o letame. Gli ulivi rispondono bene a materiali organici che migliorano la struttura del terreno e forniscono nutrienti gradualmente nel tempo.
  6. Monitoraggio delle piante: È importante monitorare la pianta dal punto di vista dell’aspetto visivo. Eventuali carenze verranno mostrate dalla pianta con sintomi tipici.
  7. Produzione stimata e densità di impianto questi fattori incidono direttamente sulla quantità di fertilizzante da apportare è logico che produzioni elevate con densità di impianto alte richiederanno maggiori dosi di fertilizzante.

In fine ricorda che le esigenze specifiche variano anche in base al clima e alle condizioni di gestione del suolo.

Come mostrato, le variabili che determinano il corretto grado di concimazione sono molteplici. Per questo è quasi sempre impossibile, sia a livello professionale che amatoriale, decidere senza opportuni strumenti la corretta concimazione.

Analisi dei fattori

L’analisi del terreno è il primo elemento di partenza, ove manca si dovrà stimare a grandi linee la presenza dei principali tre macroelementi. Terreni scuri e profondi di origine alluvionale avranno senz’altro una percentuale di azoto maggiore rispetto a terreni posti in collina su substrato calcareo o ghiaioso.

Abbiamo parlato in precedenza di avere un tipo di concime con un rapporto NKP adeguato alle esigenze dell’olivo. Per capire questo concetto dobbiamo introdurre il concetto di asportazione di elementi nutritivi. Con la raccolta delle olive andiamo ad asportare dal nostro terreno una quantità piuttosto consistente di azoto, fosforo e potassio. Questa quantità di elementi nutritivi deve essere apportata con la concimazione altrimenti andremo nel tempo ad impoverire il nostro suolo.

fonte foto: agriexpo.online

Anche la potatura asporta elementi nutritivi, se però i residui di potatura vengono fresati e lasciati nel terreno questi elementi ritornano al suolo. Se invece i residui di potatura vengono bruciati (pratica scorretta dal punto di vista agronomico) si avrà la perdita totale dell’azoto. La bruciatura dei residui di potatura ha senso solo in impianti con presenza di patologie fungine come la rogna dell’olivo, dove tale procedura elimina anche il batterio scatenante la rogna.

Brevemente sono descritti le funzioni principali degli elementi nutritivi e le loro fonti principali.

  • Azoto (N): Contribuisce alla crescita vegetativa, alla formazione delle foglie e all’espansione del sistema radicale. Troppo azoto, tuttavia, può favorire la crescita delle foglie a discapito della fruttificazione.
    Fonti di azoto: Concimi azotati come il nitrato di ammonio o l’urea.
  • Fosforo (P): Importante per lo sviluppo radicale, la fioritura e la formazione del frutto.
    Fonti di fosforo: Fosfato di roccia, superfosfato triplo o fosfato biammonico.
  • Potassio (K): Favorisce la maturazione dei frutti e contribuisce alla resistenza alle malattie.
    Fonti di potassio: Solfato di potassio, cloruro di potassio o potassa magnesica.
  • Micronutrienti: Gli ulivi possono beneficiare di micronutrienti come ferro, zinco, manganese, rame e boro.

Altro importante fattore da considerare è il titolo dei fertilizzanti, ossia la quantità in percentuale dell’elemento nutritivo all’interno del prodotto commerciale. Tale rapporto è espresso sulle confezioni dei prodotti. A titolo di esempio i concimi NKP con rapporto 20.10.10 contengono 20% di azoto 10% di fosforo e 10% di potassio. Di conseguenza distribuendo 100 kg di tale prodotto ad ettaro andremo ad aggiungere al suolo 20 chilogrammi di azoto 10 chilogrammi di fosforo e 10 chilogrammi di potassio.

fonte foto: fertilizerindia

In ultimo bisogna considerare le asportazioni medie degli elementi nutritivi per ogni quintale di olive. Tali asportazioni variano in funzione di innumerevoli fattori. In bibliografia sono riportati valori anche a volte contrastanti, questo perché tali parametri sono riferiti ad oliveti posti in condizioni di crescita diverse. Tali valori per ogni quintale di olive raccolte sono da ritenersi grosso modo pari a 0.9 kg per l’azoto, 0.2 kg per il fosforo e 1 kg per il potassio.

Detto questo la nostra concimazione sarà adeguata ai quintali di produzione stimata o raccolta.

Esempio pratico di concimazione classica

Ipotizziamo un appezzamento agricolo con 100 piante di ulivo per una produzione di 10 quintali di olive. L’appezzamento viene gestito con la trinciatura dei residui di potatura in campo. In questa specifica le dosi di nutrienti da apportare sono solamente quelle asportate con la produzione. Considerando i valori di asportazione di cui sopra, le dosi di nutrienti da apportare con la concimazione sono: 9 chilogrammi di azoto, 2 chilogrammi di fosforo e 10 kg potassio.

Consideriamo di apportare tutto questo con un’unica applicazione a fine Marzo e con un unico concime.

Ipotizzando di avere a disposizione un concime con titolo 20.10.10 andiamo a rapportare la dose di questo concime per il volume di azoto da distribuire che nel nostro caso è di 9 chilogrammi. Il titolo del prodotto ci informa che per ogni quintale di prodotto apportiamo 20 chilogrammi di azoto, equivalenti a 200 grammi di azoto per chilo di olive prodotte. Rapportando per i 9 chilogrammi di azoto cui abbiamo bisogno otteniamo (9/0.2)=45 kg. Quindi distribuendo 45 chilogrammi di concime 20.10.10 andiamo così a fornire tutti i 9 chilogrammi di azoto necessari.

Può utilizzare concimi con titolo diverso (come questo 15.5.6) che è specifico per olivo, ricordati solo di rapportare la quantità di concime per il fabbisogno.

Altresì essendo il fosforo e il potassio al 10% in titolo forniamo anche 4,5 chilogrammi di fosforo e 4,5 chilogrammi di potassio. Andiamo ad apportare in questo caso una dose superiore di fosforo (erano richiesti 2 kg) ma non è un problema in quanto a queste dosi non è ancora fitotossico. Avremo quindi cura il prossimo anno di evitare di apportare fosforo in quanto già apportato con una dose utile per due anni.

Per quanto riguarda il potassio andiamo siamo sotto dose in quanto necessari ancora 5.5 kg di potassio per ripianare la dose annuale. Abbiamo quindi due strade: possiamo evitare di apportare il resto del potassio necessario in quanto i terreni italiani sono solitamente bene disponibili di potassio (da qui si evince l’importanza di avere una analisi del terreno in modo tale da avere un’idea certa della disponibilità di potassio) la seconda possibilità, se si vuole invece somministrare l’intera dose di potassio è di intervenire con del solfato di potassio, uno dei concimi meno costosi e più semplici da trovare il cui titolo è al 50% (tipo questo) Se il potassio è formulato con il magnesio la sua percentuale sarà minore ma sarà disponibile alla pianta anche del magnesio. Quindi ogni quintale di prodotto apporta 50 chilogrammi di potassio. Rapportando (5.5 kg/0.5) dovremo somministrare 11 chilogrammi di solfato di potassio (vedi tabella sotto).

 

Infine, avendo 100 alberi da concimare sarà utile distribuire il prodotto per singola pianta distribuendo il prodotto sotto la proiezione della chioma e se possibile incorporandolo con una leggera lavorazione. In questo caso saranno da distribuire 450 grammi di concime 20.10.10 a pianta (45kg/100), aggiungendo 110 grammi di solfato di potassio (11kg/100)

Concimazione biologica 

La concimazione biologica per gli ulivi si basa sull’uso di materiali organici e fertilizzanti naturali tra i quali ricordiamo:

  • Compost: si utilizza il compost organico per migliorare la struttura del suolo e fornire nutrienti alle piante. Distribuire il compost intorno alla zona delle radici dell’olivo e lavorarlo leggermente nel terreno. Il compost è applicato in autunno alla dose di 20 kg per pianta adulta.
  • Letame: Il letame può essere un’ottima fonte di nutrienti organici. Assicurarsi che il letame sia ben maturo per evitare bruciature alle radici delle piante. Il letame è molto difficile da trovare a meno che non si abbia una fonte di approvvigionamento non molto distante come un allevamento di bovini. Va applicato a fine inverno in modo tale che l’aumento delle temperature dia modo ai batteri di rilasciare l’azoto tramite mineralizzazione. Attenzione alle dosi eccessive, con la ripresa delle temperature si possono rilasciare dosi eccessive di azoto e quindi a spingere la pianta alla produzione di una eccessiva massa fogliare. Dose 15/20 kg per pianta adulta.
  • Pacciamatura: La pacciamatura con materiali organici come la paglia, la segatura o l’erba tagliata aiuta a trattenere l’umidità del suolo, a prevenire l’erosione e a fornire lentamente nutrienti al terreno mentre si decompone. L’alternativa è quella di coltivare piante da sovescio nell’interfila. Ottimo è il Favino seminato a fine estate con sfalcio a inizio primavera.
  • Fertilizzanti organici commerciali: Puoi trovare fertilizzanti organici commerciali specifici per olivi o alberi da frutto. Questi prodotti contengono spesso ingredienti come farina di ossa, farina di pesce, guano, e altri composti organici. Assicurati che siano certificati come prodotti biologici. Questi possono essere pellettati, granulari o in polvere.
  • Altre fonti organiche: Puoi utilizzare altre fonti organiche di nutrienti come farina di alghe marine, farina di sangue, farina di pesci, farina di piume, tutti derivati da materie prime naturali.

Esempio pratico di concimazione biologica

Ipotizziamo un’azienda agricola di 400 piante ettaro con una produzione di 30 quintali ettaro gestita in biologico con trinciatura della potatura.

Le asportazioni (calcolati con gli stessi valori di cui sopra) in questo caso saranno pari a 27 kg (0.9 x30) per quanto riguarda l’azoto, 6 kg (0.2 x 30) per quanto riguarda il fosforo e 30 kg (1 x 30) per quanto riguarda il potassio.

Per raggiungere il nostro obiettivo utilizzeremo due tipologie di fertilizzanti approvati in agricoltura biologica aventi rispettivamente i seguenti titoli in elementi nutritivi: Il primo è un concime organo minerale in granuli aventi avente titolo in NKP pari a 6.5.13, il secondo è un fertilizzante pellettato contenente soltanto azoto con concentrazione del 5%.

Questi prodotti sono specifici per l’agricoltura professionale e reperibili in rivendite specializzate, come alternativa puoi utilizzare questo prodotto professionale (lo trovi qui) con titolo in elementi nutritivi più basso.

Andiamo adesso a rapportare i volumi di fertilizzanti da applicare al terreno. Il primo prodotto come si evince è sbilanciato in potassio ossia è l’elemento nutritivo maggiormente presente. Andiamo quindi a calcolare quanto fertilizzante ci serve per apportare la dose di 30 chilogrammi ad ettaro di potassio.

Facendo una semplice operazione matematica (30 kg/0.13) otteniamo una dose di 230 chilogrammi ettaro di prodotto. Quindi distribuendo 230 kg ad ettaro di concime 6.5.13 andiamo ad apportare i 30 chilogrammi di potassio necessario e in più andiamo ad apportare 11.5 kg di Fosforo (230 x 0.05) e anche 13,8 kg di azoto (230 x 0.06).

Anche in questo esempio la dose di fosforo apportata è superiore a quella richiesta, 11.5 kg rispetto ai 6 richiesti. Non è un problema in quanto l’elemento non è ancora fitossico a queste dosi. Rimane da bilanciare l’azoto la cui dose da apportare è di 27 kg meno i 13.8 che abbiamo già apportato con il concime 6.5.13. Rimangono quindi da apportare 13.2 chilogrammi di azoto.

Utilizzando il secondo concime la dose da applicare per apportare 13.2 kg di azoto è 264 kg (13.2 kg/0.05).

In alternativa si può utilizzare la classica pollina (come questa) il cui titolo di azoto è al 3 %, quindi la dose andrà incrementata rispetto ai 13.2 chilogrammi.

Utilizzando questa strategia andiamo perfettamente a bilanciare gli elementi azoto e potassio e a sovrastimare il fosforo (vedi tabella sotto). L’anno seguente si potrà optare per un concime contenente soltanto azoto e potassio in quanto il fosforo è stato aggiunto con quantità sufficiente per due anni. Ricordiamo che il fosforo è un elemento poco mobile, quindi questa dose in più è utile per due anni consecutivi.

Il concime 6.5.13 può essere applicato subito dopo la raccolta, mentre il pellettato al 12 5 % di azoto può essere applicato alla ripresa vegetativa (Marzo-Aprile).

Come si denota dagli esempi, concimare è creare una ricetta che si adatti alla tipologia di oliveto tenendo presente tutte le caratteristiche ambientali. Per questo come detto in precedenza è impossibile definire un’unica tipologia di concimazione per l’uliveto. Un altro fattore, secondo me il più importante da prendere in considerazione è il costo dell’unità fertilizzante. Si dovrà quindi indirizzare la scelta del prodotto anche in base al costo di questo che varia moltissimo da zona a zona.

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Periodi di applicazione dei concimi su olivo

  • Primavera: La primavera è un periodo chiave per la concimazione dell’olivo. In questo momento, l’albero sta iniziando la fase di crescita attiva. Particolarmente importante in questo periodo è la somministrazione dell’azoto. In questa fase va distribuito almeno 2/3 dell’azoto necessario con una o due applicazioni. Questo aiuterà a sostenere la formazione delle foglie, la fioritura e lo sviluppo dei frutti.
  • Fine inverno: Verso la fine dell’inverno, prima dell’inizio della stagione di crescita, è possibile somministrare un concime di fondo. Questo può essere particolarmente utile in regioni in cui gli inverni sono miti e l’olivo può iniziare la sua attività vegetativa presto. Da privilegiare in questo periodo sono gli apporti di fosforo e potassio e solamente minime dosi di azoto in quanto la piovosità del periodo può dilavare il nutriente.
  • Autunno: Alcuni agricoltori scelgono di applicare concime in autunno, dopo la raccolta delle olive. Questa pratica può contribuire a preparare l’albero per la successiva stagione di crescita. Tuttavia, è importante evitare eccessi di concimazione che potrebbero stimolare una crescita eccessiva nelle fasi fredde dell’inverno. Sempre particolare attenzione va apposta all’azoto da somministrare a piccole dosi.
  • Fioritura e sviluppo dei frutti: Durante le fasi di fioritura e sviluppo dei frutti, potrebbe essere utile fornire una maggiore quantità di potassio, che favorisce la maturazione dei frutti. Particolarmente utile in questo periodo sono le applicazioni fogliari di concime a base di microelementi e azoto.
  • Dopo la raccolta: Dopo la raccolta delle olive, puoi considerare l’applicazione di un concime che favorisca la formazione delle gemme per la successiva stagione. Questo viene eseguito nelle aziende specializzate a forte reddito. Da applicare in questo momento oltre ai tre macro elementi azato, fosforo e potassio sono anche le applicazioni di microelementi come ferro e boro. Questi possono essere applicati sia al suolo che con applicazioni fogliari.

n.b. Il periodo applicazione nel tuo uliveto dipenderà dai tipi di prodotti che hai a disposizione e dalla strategia di concimazione che hai adottato.

Consigli finali

Come si evince da questo articolo la concimazione dell’ulivo è una pratica piuttosto complessa, soprattutto per un neofita. Vale la regola generale che concimando si ottiene un vantaggio dal punto di vista produttivo con rese maggiori e qualità più elevata.

Fondamentale consiglio è quello di attuare una corretta gestione delle malattie nell’oliveto. Infatti una buona strategia di concimazione può perdere di valore se gli alberi sono fortemente attaccati da malattie come l’occhio di Pavone (vedi qui) o la piombatura (vedi qui) anzi queste malattie potrebbero peggiorare con l’apporto di fertilizzanti, uno su tutti l’azoto.

L’applicazione di un concime fogliare a base di boro (come questo) e microelementi è fondamentale in pre-fioritura. Un concime di questo tipo distribuito 20 giorni prima della fioritura contribuisce a una migliore allegagione e quindi a una migliorata produttività.

Infine consiglio di applicare prodotti a base di alghe (come questo)nel periodo estivo per via fogliare, questo oltre ad aiutare la pianta nel sopportare gli stress idrici estivi aiuterà anche a difendersi dalle malattie.

 

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