Tignola della Vite (Clysia ambiguella)

La tignola della vite è un lepidottero che attacca la vite, sia da vino che da tavola. Questo è l’insetto principale nella coltivazione della vite che se non gestito bene causa gravi danni. In questa scheda tecnica vedremo il ciclo biologico, il monitoraggio con le trappole e la lotta biologica.

Identificazione e danno

La Tignola della Vite (Eupoecilia ambiguella o Clysia ambiguella) è un lepidottero presente nella maggior parte degli areali di coltivazione del sud Italia. La lotta a questo insetto avviene contemporaneamente a quello della tignoletta della vite (Lobesia botrana) i cui cicli biologici si accomunano. L’adulto della tignola è una farfalla di 10-14 mm di apertura alare. Questa è è riconoscibile dalla presenza di una striscia mediana di colore scuro visibile in posizione di riposo dell’adulto (vedi foto sottostante). Le ali sono di colore giallo e frangiate ai bordi. La larva al primo stadio ha una colorazione grigiastra che scurisce con lo sviluppo larvale fino a diventare nell’ultimo stadio di colore bruno mattone (vedi foto in alto). Il danno si manifesta sia in fioritura (prima generazione), sia sugli acini in fase di ingrossamento ed invaiatura (seconda generazione). Il danno sul grappolo in fase di ingrossamento è estremamente dannoso per l’agricoltore in quanto sulle lesioni provocate dalla tignola si instaurano facilmente botrite e marciume acido, e sulle varietà da tavola anche pochi acini danneggiati inficiano negativamente sulla qualità del prodotto. Danni del tutto simili sono causati dalla Lobesia botrana (vedi qui scheda tecnica parassita)

Adulto di tignola della vite, si noti la fascia centrale di colore più scuro. Fonte foto qui

Ciclo biologico della tignola della vite

L’insetto sverna come crisalide sotto la scorza della pianta o in altri anfratti del vigneto (pali di legno, vecchi ceppi, ecc.).
La prima generazione di adulti compare ad aprile-maggio e questi ovidepongono sui fiori. Le larve di questa generazione si nutrono appunto dei fiori (antofaghe). Le larve di prima generazione si impupano all’interno dei grappolini fiorali e da qui sfarfallano nel periodo giugno-luglio. Da questi adulti si origina la generazione più dannosa (seconda generazione) poiché questi ovidepongono sui grappoli in accrescimento da cui nascono larve che hanno azione carpofaga (si nutrono a spese degli acini). La larva tende a forare più acini nel corso della sua attività e quindi anche una bassa presenza causa notevoli danni economici. L’accrescimento delle larve di questa generazione (seconda generazione) si protrae fino ad ottobre, formando le crisalidi che sverneranno tra gli anfratti della pianta e generando l’infestazione nella stagione successiva. Questo ciclo impone due generazioni l’anno e raramente si può formare una terza generazione, che risulta però spesso incompleta nel terminare il ciclo biologico a causa dell’arrivo dell’inverno.

Lotta biologica e rimedi naturali contro la tignola della vite

Una corretta lotta contro la Clysia ambiguella si avvale di una adeguata tecnica di campionamento, alla quale poi seguiranno i trattamenti insetticidi. Negli ultimi anni poi la tecnica della confusione sessuale contro questo insetto è andata perfezionandosi, potendo con le giuste tecniche e mezzi controllare efficacemente da sola questo lepidottero. La confusione sessuale può essere applicata su estensioni superiori a 10 ettari o su vigneti isolati, in caso contrario femmine feconde possono migrare da altre zone e ovideporre sul vigneto. La tecnica della confusione sessuale consiste del porre nel vigneto dei diffusori di feromoni in modo tale da confondere il maschio nella ricerca della femmina. L’elevata presenza dei feromoni nel vigneto crea delle false scie odorose che impediscono al maschio di trovare la femmina e quindi di accopparsi. Senza l’accoppiamento è impossibile alla femmina ovideporre le uova. Questa tecnica è un rimedio molto efficace e da sola può in molti casi proteggere il vigneto contro la tignola. In caso contrario si dovrà ricorrere ai trattamenti e attuare il monitoraggio dei voli.

Ci sono in commercio diverse tipologie di trappole per il monitoraggio che si avvalgono tutte dell’uso dei feromoni attrattivi. In ogni caso nel vigneto biologico è essenziale verificare periodicamente la presenza dell’insetto sia con trappole a feromoni che non. La soglia di intervento sulla prima generazione (quella antofaga) è tra il 30-40% dei grappolini fiorali infestati. Successivamente, essendo le larve di seconda generazione quelle più pericolose la soglia di intervento è determinata a 10 maschi catturati a trappola per settimana. Da questo momento in poi si dovrà intervenire con i trattamenti in campo. Essendo il ciclo biologico delle due tignole (Lobesia botrana e Clysia ambiguella) molto simili, la loro presenza in campo è da sommare per raggiungere la soglia di danno (cambiano solo i feromoni da utilizzare). Le trappole vanno poste in numero di 1-2 ad ettaro per ogni specie di lepidottero e poste ad inizio aprile e ripulite circa tre volte al mese (fondo adesivo e capsula al feromone). Essenziale è anche verificare la presenza delle uova sugli acini e il relativo stadio di sviluppo, in quanto la cattura dei maschi potrebbe non coincidere nell’immediato con la deposizione delle uova, cosa che eviterebbe un inutile trattamento. In linea generale i trattamenti si effettuano dopo 7-8 giorni dal picco massimo delle catture.

I rimedi naturali da utilizzare in campo, una volta accertata una forte presenza dei maschi e delle prime uova sugli acini sono i prodotti a base di Bacillus turingensis (vedi qui scheda tecnica prodotto) è i prodotti a base di spinosad. Il primo è un insetticida che esplica la sua azione in modo particolare sulle larve ai primi stadi di vita per cui non ha alcuna azione preventiva e il suo maggiore effetto si ha quando il trattamento viene effettuato con la maggior parte delle uova nello stadio testa nera, quindi prossime alla schiusura. Questo stadio si verifica approssimativamente dopo 12-14 giorni dopo le prime catture. Lo spinosad invece è un insetticida che agisce su tutti gli stadi larvali. Ricordiamo anche l’uso dell’olio minerale (vedi qui scheda tecnica) che contro questo insetto trova il suo uso contro la uova, agendo per soffocamento su queste. I trattamenti a seconda dei parametri ambientali andrebbero effettuati fino a quando la cattura dei maschi con le trappole non scende sotto la soglia di danno e comunque i monitoraggi vanno eseguiti fino a poco prima della raccolta dell’uva. Ricordiamo che l’uso della confusione sessuale come unico metodo di lotta talvolta può risultare non efficacie al 100% e in tal caso si interviene in campo con i prodotti sopra indicati.

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